Viareggio. La strage infinita
“Li hanno uccisi due volte”. Questa è la frase che più di tutte risuona a Viareggio da ieri pomeriggio, dopo la lettura del dispositivo della Corte di Cassazione sulla strage del 29 giugno 2009.
Un campanello di allarme era già arrivato quando il sostituto procuratore della Corte di Cassazione, Pasquale Firmiani, aveva chiesto l’annullamento con rinvio in Corte d’appello per Mauro Moretti.
Tanto da utilizzare il primo giorno di zona arancione del nuovo anno per manifestare con un presidio molto partecipato e ribadire la solidarietà della Città con i familiari delle vittime della strage di Viareggio, riuniti nell’associazione “Il mondo che vorrei”.
Da più di 11 anni l’arma della solidarietà larga e diffusa in città è l’unica a disposizione, perché le resistenze, l’inerzia, il disinteressamento delle istituzioni, i muri di gomma, sono segnali di una diffusa complicità ad ogni livello con i vertici delle Ferrovie responsabili del disastro ferroviario del 29 Giugno 2009.
E del resto quella dal 2009 ad oggi è la storia di come gli imputati abbiano fatto carriera nelle istituzioni, ricevendo come Mauro Moretti il cavalierato del lavoro dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e la direzione di Finmeccanica/Leonardo.
La sentenza della quarta sezione della Corte di Cassazione tuttavia va oltre ogni più pessimistica previsione e fa decadere l’aggravante di incidente sul lavoro, mandando in prescrizione il capo di imputazione per omicidio colposo per tutti gli imputati, e disponendo l’annullamento e il rinvio del processo in secondo grado per il solo reato di disastro ferroviario, e nel caso di Mauro Moretti e Michele Mario Elia, anche per valutare l’esistenza stessa degli elementi di colpa.
L’impressione che si ha è quella di uno scudo appositamente pensato per tutelare gli “imputati eccellenti”, che rischia di insabbiare le responsabilità per la strage in modo molto simile a quanto avvenuto per il rogo della ThyssenKrupp.
Gli interessi intorno alla sentenza di ieri infatti esulavano dalla sola questione di Viareggio: come sostenuto nell’impianto difensivo delle Ferrovie, una conferma di condanna per Moretti avrebbe costituito un pericoloso precedente per ogni altro Amministratore Delegato con responsabilità in incidenti analoghi.
Come ha detto Daniela Rombi in collegamento da Roma, è una sentenza che ci lascia senza parole, ma rispetto a cui le parole dovremo trovarle, per portare fino in fondo la lotta di una comunità che vuole verità e giustizia.
Rifondazione Comunista, presente ieri sera con i cittadini che ieri sera hanno manifestato spontaneamente la propria indignazione per quella che rischia di rimanere l’ennesima strage impunita della storia italiana, sostiene tutte le azioni che a partire da oggi vorranno intraprendere i familiari delle vittime, che hanno indetto una conferenza stampa per rompere l’assordante silenzio istituzionale e la doppiezza che hanno accompagnato la sentenza.
Perché se il PD a parole ha dimostrato solidarietà per bocca del Senatore Andrea Marcucci e del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, pur avendo enormi responsabilità sul clima di complicità con Moretti che si respira ai vertici dello stato, le reazioni a destra sono state persino più vomitevoli e irrispettose, con il Senatore Francesco Giro di Forza Italia che esulta e si augura una assoluzione nell’appello bis.
La lotta per avere verità e giustizia prosegue dentro e fuori le aule giudiziarie, e sarà condotta fino in fondo.
Perché tragedie come questa, che quella drammatica notte ci ha portato via 32 vite innocenti, non si ripetano mai più.