Terzo bombardamento sul campo di Jabalia
Terzo bombardamento sul campo di Jabalia
L’esercito israeliano bombarda per la terza volta il campo profughi di Jabalia giustificando gli attacchi con il pretesto che deve colpire i membri di Hamas.
Il terzo bombardamento sul campo di Jabalia è avvenuto nelle prime ore della mattina di oggi ed ha procurato numerose vittime e feriti tra la popolazione civile. E’ stata colpita, secondo Al mayadeen, una zona residenziale del campo. Ieri, riguardo ai continui bombardamenti indiscriminati israeliani contro obiettivi civili, l’agenzia delle Nazioni Unite UNICEF ha dichiarato che “i campi profughi, gli insediamenti per sfollati interni e i civili che li abitano sono protetti dal diritto internazionale umanitario” e ha definito gli attacchi contro di loro “completamente inaccettabili”.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ha rilasciato una dichiarazione mercoledì in cui ha condannato gli attacchi israeliani contro “quartieri residenziali densamente popolati” nella Striscia di Gaza. La dichiarazione arriva dopo che Israele ha ripetutamente bombardato il campo profughi di Jabalia.
“Le scene di carneficina che arrivano dal campo di Jabalia nella Striscia di Gaza dopo gli attacchi di ieri e di oggi sono orribili e spaventose”, ha dichiarato l’agenzia delle Nazioni Unite.
L’organizzazione ha riferito che non ci sono ancora dati precisi sul numero di vittime dei bombardamenti del campo di Jabalia, ma ha dettagliato che “le case della popolazione sono state devastate e, a quanto pare, centinaia di persone sono state ferite e uccise”.
L’Unicef ha sottolineato che 25 giorni di “bombardamenti continui” hanno causato la morte di più di 3.500 bambini e hanno provocato altri 6.800 feriti, il che significherebbe “più di 400 bambini morti o feriti al giorno, per 25 giorni di fila”. “Questo non può diventare la nuova normalità”, si legge nella dichiarazione.
Allo stesso modo, l’agenzia ha riaffermato che “i campi profughi, gli insediamenti per sfollati interni e i civili che li abitano sono protetti dal diritto internazionale umanitario”, e ha sottolineato che “attacchi di questa portata contro quartieri residenziali densamente popolati possono avere effetti indiscriminati e sono completamente inaccettabili”.
“I bambini hanno già sofferto troppo. Bisogna porre fine al massacro e alla prigionia dei bambini. I bambini non sono un obiettivo”, ha sottolineato l’Unicef e ha chiesto “un immediato cessate il fuoco umanitario, che garantisca la protezione di tutti i bambini e l’accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per fornire aiuti vitali su larga scala in tutta la Striscia di Gaza”.
L’IDF ha attaccato per la prima volta il campo profughi di Jabalia martedì. L’attacco ha causato il crollo di diversi edifici e, secondo varie stime, è costato la vita ad un numero di civili compreso tra 50 e 100 persone e ha procurato diverse centinaia di feriti. Il giorno dopo Israele ha bombardato nuovamente l’insediamento , che ha causato la morte di altre decine di civili. Oggi., per la terza volta, le bombe israeliane sono cadute nuovamente sul campo profughi,
Il movimento palestinese Hamas ha affermato che almeno 195 palestinesi sono stati uccisi nei due attacchi israeliani contro Jabalia. Ha aggiunto che circa 120 persone sono ancora scomparse sotto le macerie, e che almeno 777 sono rimaste ferite. Da questo conto mancano ovviamente i morti ed i feriti che il terzo attacco, quello di oggi, ha provocato.
Ma nonostante tutti i rapporti delle agenzie internazionali che condannano senza appello l’uso eccessivo e sproporzionato della violenza da parte di Tel Aviv i bombardamenti contro gli insediamenti civili non cessano. Si continua a giocare con le parole mentre a Gaza ogni giorno centinaia di persone che hanno l’unica colpa di essere nate nel posto sbagliato perdono la vita sotto le bombe lanciate da Israele che, con la scusa di voler colpire i membri del movimento Hamas e sotto la protezione degli Stati Uniti e dei loro vassalli, Italia compresa, non guarda in faccia nessuno.
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