STATI UNITI: RIPRENDERANNO LE SANZIONI CONTRO IL VENEZUELA
STATI UNITI: RIPRENDERANNO LE SANZIONI CONTRO IL VENEZUELA
Il governo degli Stati Uniti ha annunciato che riprenderà le sanzioni contro il Venezuela nei settori petrolifero e minerario, a partire dal 18 aprile, a causa di presunte incongruenze rispetto alle disposizioni dell’accordo di Barbados firmato tra l’esecutivo e l’opposizione radicale.
Attraverso un comunicato stampa del Dipartimento di Stato, il portavoce Matthew Miller ha sottolineato che la misura di Washington risponde alle “azioni” del presidente venezuelano Nicolás Maduro e dei “suoi rappresentanti in Venezuela”, riporta RT.
Il governo degli Stati Uniti sostiene che il Venezuela non stia rispettando la tabella di marcia istituita con l’accordo di Barbados. Washington ritiene che, “Maduro e i suoi rappresentanti” debbano rispettare “i principi della tabella di marcia” e garantire che “gli attori politici dell’opposizione abbiano il diritto di scegliere liberamente i loro candidati per le elezioni presidenziali del 2024”.
Miller ha indicato che Washington “rimane fermamente impegnato” a sostenere il dialogo tra le parti. “Continueremo a lavorare con la comunità internazionale e tutti gli attori democratici pacifici di tutto lo spettro politico in Venezuela e sfrutteremo i meccanismi a nostra disposizione per incoraggiare il ritorno ai principi dell’accordo di Barbados”, ha sottolineato il portavoce.
Per gli Stati Uniti, ha aggiunto il portavoce, “l’accordo sulla tabella di marcia elettorale di Barbados, rimane il meccanismo più praticabile per risolvere la crisi politica, economica e umanitaria di lunga data del Venezuela”, perché raggiungerebbe “elezioni competitive e inclusive”.
Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela si sono accentuate dopo che venerdì scorso la Corte Suprema di Giustizia (TSJ) ha pubblicato le sentenze sulla situazione giuridica di diversi politici dell’opposizione inabilitati dall’esercizio di cariche pubbliche per varie irregolarità penali, tra cui reati di corruzione, appropriazione indebita, tradimento della patria.
In quella lista di politici dell’opposizione, alcuni sono stati abilitati dalla massima corte venezuelana. Tuttavia, due di loro sono rimasti impossibilitati a candidarsi come candidati a cariche pubbliche: María Corina Machado e Henrique Capriles. Entrambi hanno ricevuto l’interdizione per 15 anni dall’esercizio di cariche pubbliche, a causa di una serie di illeciti.
Il governo statunitense sostiene che tutti i candidati hanno diritto a partecipare alle elezioni, soprattutto María Corina Machado dovrebbe avere la possibilità di presentarsi come aspiranti alla presidenza del Venezuela.
Dopo che la dichiarazione del Dipartimento di Stato è stata pubblicata, Miller ha pubblicato sul social network X un messaggio in cui indica che queste misure sono state” prese in risposta alle azioni antidemocratiche dei rappresentanti di Maduro”, motivo per cui gli Stati Uniti hanno deciso di revocare “il sollevamento delle sanzioni per il settore aurifero venezuelano.
Nello stesso messaggio, Miller ha indicato che se il governo venezuelano rispetterà i suoi impegni dal 18 aprile le sanzioni contro i settori petroliferi e del gas resteranno congelate.
Dopo la firma dell’accordo di Barbados gli Stati Uniti hanno rilasciato la licenza generale 44, che solleva le precedenti sanzioni contro il settore petrolifero e del gas del Venezuela. In assenza di progressi tra Maduro e i suoi rappresentanti e l’opposizione della piattaforma unitaria, in particolare per quanto riguarda il permesso a tutti i candidati presidenziali di competere nelle elezioni di quest’anno, gli Stati Uniti non rinnoveranno la licenza quando scadrà il 18 aprile 2024″, ha detto Miller.
Il portavoce ha aggiunto che gli Stati Uniti revocheranno anche la licenza generale 43, che autorizzava le transazioni con Minerven, una società statale venezuelana dedicata al settore minerario.
Evidentemente il fatto che la Corte Suprema di Giustizia abbia inabilitato i due principali candidati dell’opposizione venezuelana viene considerato dalla Casa Bianca una decisione politica per avvantaggiare Nicolas Maduro. Fino a prova contraria le decisioni sovrane di un paese si prendono nelle aule dei tribunali di quella nazione e non in quelli a Washington. Ma siccome per gli Stati Uniti interferire nelle scelte autonome delle altre nazioni è una cosa normale quando tali decisioni non sono conformi con i loro interessi ecco che ricattano i governi se non accettano il loro volere.
Nel caso venezuelano se il governo di Maduro autorizza María Corina Machado e Henrique Capriles a partecipare alle elezioni allora le sanzioni resteranno congelate. Un ricatto bello e buono.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info