Negli ospedali di Gaza 120 neonati rischiano di morire
Negli ospedali di Gaza 120 neonati rischiano di morire
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) ha riferito che negli ospedali di Gaza si trovano nelle incubatrici almeno 120 neonati nati prematuramente che rischiano di perdere la vita a causa della mancanza di combustibile per alimentare i generatori che forniscono energia elettrica agli ospedali.
Nella striscia di Gaza l’erogazione dell’energia elettrica è stata sospesa ed a seguito del blocco completo delle forniture da parte di Israele non entra più combustibile per alimentare i generatori degli ospedali. Secondo le autorità palestinesi gli ospedali dispongono di carburante per alimentare i generatori elettrici solamente per le prossime 48 ore, trascorso questo tempo l’energia elettrica non sarà più disponibile.
Per questo sia le organizzazioni internazionali che le autorità locali hanno denunciato nelle ultime ore che i neonati che si trovano nelle incubatrici potrebbero morire se gli ospedali non riceveranno il carburante necessario e rimarranno senza elettricità.
“Attualmente ci sono 120 neonati nelle incubatrici, di cui 70 hanno ventilazione meccanica, e naturalmente, è per loro che siamo estremamente preoccupati”, ha detto all’agenzia AFP Jonathan Crickx, portavoce dell’UNICEF.
Anche se una ventina di camion con aiuti umanitari sono entrati a Gaza sabato scorso dall’Egitto attraverso il valico di frontiera di Rafah, Israele continua a bloccare la fornitura di carburante ed elettricità all’enclave palestinese. Come è ovvio l’erogazione dell’energia elettrica e la fornitura di combustibile sono fondamentali per il funzionamento degli ospedali e di altri servizi essenziali.
Secondo l’OMS, in questo momento, almeno 50.000 donne incinte a Gaza non possono accedere ai servizi sanitari essenziali, mentre circa 5.500 partoriranno nel corso del prossimo mese. Dall’inizio del conflitto, gli ospedali di Gaza stanno affrontando una grave carenza di medicine, carburante e acqua, non solo per assistere le migliaia di feriti dai bombardamenti israeliani, ma anche i pazienti abituali.
Anche il coordinatore medico dell’organizzazione Medici Senza Frontiere, Guillemette Thomas, ha sottolineato che se la fornitura di carburante terminerà, molti dei bambini potrebbero morire in poche ore mentre altri perderanno la vita in un paio di giorni. I più a rischio sono i neonati che si trovano nelle incubatrici e ventilati artificialmente.
“È certo che quei bambini sono in pericolo”, ha detto ad AP. “È una vera emergenza prendersi cura di questi bambini, come è prendersi cura della popolazione di Gaza che sta soffrendo questi bombardamenti da due settimane”, ha sottolineato, riporta RT.
Ma neppure 120 neonati che potrebbero morire scalfiranno il cuore di marmo dei governanti israeliani, appoggiati dagli Stati Uniti e dai loro sudditi, che continuano a menarcela con la scusa che Israele ha tutto il diritto di rispondere agli attacchi di Hamas. Ha tutto il diritto di uccidere tutti gli appartenenti ad Hamas e, se muoiono altri civili, poco importa, anche loro sono responsabili, neonati compresi, in futuro potrebbero diventare miliziani di Hamas.
I nostri politici, che non fanno nulla per impedire che questo genocidio si fermi, avranno sulla coscienza, a ammesso che ce l’abbiano, anche la morte di questi piccoli innocenti che hanno l’unica colpa di essere nati a Gaza. Vergogna.
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