L’Italia esce dalla nuova rotta della seta
Ora è ufficiale: l’Italia si ritira dal progetto cinese denominato Nuova Rotta della Seta a cui aveva aderito nel 2019 durante il governo Conte.
Tre giorni fa, l’Italia ha consegnato a Pechino una nota che lo informava della cancellazione dell’accordo, mentre confermava il suo desiderio di mantenere un’amicizia strategica con la Cina.
Lo scorso luglio, il ministro della difesa italiano Guido Crosetto ha affermato che la decisione presa da Roma nel 2019 di unirsi all’iniziativa è stata un errore. Poi, all’inizio di settembre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che l’accordo “non ha dato i risultati attesi” dall’Italia.
Il governo della madre cristiana è riuscita ancora una volta a esprimere il peggio di se stesso: dopo i ripetuti ammonimenti di Washington sulla partecipazione del nostro paese al progetto cinese i fintosovranisti che ci governano hanno obbedito alle pressioni della Casa Bianca uscendo dall’accordo commerciale.
Certamente il miliardo e 400 milioni di cinesi non piangeranno per l’abbandono di Roma e neppure i governanti del paese del dragone si staranno strappando i capelli. Tutto al più penseranno, come è ovvio, che il nostro paese è il solito portatore di acqua degli Stati Uniti.
La Nuova Rotta della Seta è un progetto commerciale ed infrastrutturale promosso dalla Cina a cui partecipano un centinaio di paesi ed ha lo scopo di promuovere ,attraverso la costruzione di infrastrutture ed il commercio, il rafforzamento dei legami tra Asia, Europa ed Africa. Partecipare a questo progetto era un modo come un altro per rafforzare le relazioni commerciali con il paese più popoloso del mondo ma per gli Stati Uniti vedere il vassallo italiano far parte di questo progetto era sabbia negli occhi.
Negli incontri con Biden al nostro fintosovranista presidente del consiglio era stato caldamente consigliato di uscire dall’accordo e Meloni, da buon canino al guinzaglio, non ha battuto ciglio.
Mi fa ridere l’attuale posizione italiana che esce dalla Nuova Via della Seta ma chiede di continuare ad essere un partner commerciale della Cina: a Pechino sicuramente invece di strapparsi i capelli si faranno delle grasse risate.
E’ altrettanto vero che comunque negli anni in cui il nostro paese ha aderito alla Nuova Rotta della Seta tale adesione non ha contribuito ad un aumento sostanziale dei legami commerciali con la Cina, ma sappiamo bene che anche il governo Conte e quelli che lo hanno seguito prima di intraprendere qualunque iniziativa dovevano riferire a Washington e dagli Stati Uniti la decisione di Conte di aderire al progetto cinese non è mai piaciuta. In fondo tutti i governi italiani sono stati sempre a sovranità limitata.
In ogni caso la decisione di Meloni è grave.
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