Governo Meloni: aumentate le spese per la difesa
I soldi non ci sono ma nella nuova legge di bilancio il nostro governo, seguendo le direttive impartite dalla Nato, ha aumentato le spese per la difesa togliendo risorse ovviamente alle spese sociali.
I nostri grandi mezzi di informazione chiaramente non hanno considerato l’aumento delle spese militari un argomento che i cittadini italiani dovessero conoscere mentre hanno dato ampio spazio alla notizia che il compagno della Meloni si toccava ripetutamente il pacco. A me se Giambruno si tocca i gioielli di famiglia non frega proprio nulla mentre mi importa molto sapere che per far piacere al nostro padrone nord americano anche quest’anno le spese per la difesa sono aumentate e che questi soldi nella maggior parte andranno a rimpinguare le tasche dei produttori di armi statunitensi. Ma evidentemente il gossip sulla fine della relazione della madre cristiana amante della famiglia è più importante per i nostri giornalisti.
Con la nuova legge di bilancio la spesa militare è stata aumentata di 1 miliardo e 800 milioni di euro, portando il budget a circa 28 miliardi di euro all’anno. L’incremento è dedicato quasi interamente all’acquisto di nuove armi per le quali sono previsti circa 8 miliardi che diventeranno 8,7 nel 2025, riferisce Giuseppe Salamone.
Nel dettaglio si prevede l’acquisto di 271 carri armati tedeschi Leopard 2A8, di cui 133 da combattimento e 138 da supporto e 125 carri armati Ariete. Salita anche da 6 a 15 miliardi la previsione di spesa spalmata in quattordici anni per 680 nuovi veicoli blindati leggeri.
Per quanto riguarda la spesa per l’aeronautica dai 3,8 miliardi stimati nel 2022 si passa agli 8,8 attuali da investire nei caccia Tempest. Nel settore della Marina invece l’incremento della previsione di spesa pluriennale è dovuto in particolare ai sottomarini U212NFS, la cui spesa passa da 1,8 a 2,4 miliardi e a cui vanno aggiunti altri 1,5 miliardi per una coppia di fregate Fremm. Ulteriori 1,5 miliardi sono stati stanziati per il nuovo programma navale: è previsto l’acquisto di 12 cacciamine di nuova generazione.
Ma tutto questo alla Meloni e a Crosetto non basta, infatti dalle loro dichiarazioni risulta che intendono accontentare fino in fondo lo Zio Sam che vuole che le spese per la difesa arrivino al 2 per cento del prodotto interno lordo.
Attualmente il nostro paese spende l’1,38% del PIL per un totale di 28 miliardi, ma, per accontentare la Nato, stanno lavorando sodo per arrivare a spendere più di 40 miliardi all’anno ovvero il fatidico 2 per cento del Pil. E poi continuano a dirci che non ci sono i soldi per la sanità. l’istruzione, i trasporti pubblici e così via.
Arrivano intanto le statistiche di Eurostat che rivelano che il 63 per cento delle famiglie italiane non ce la fa ad arrivare alla fine del mese ed il nostro governo, che tutela sempre gli stessi, aumenta le spese militari.
Solamente, in questa classifica, sotto di noi troviamo Bulgaria e Grecia, fanno meglio di noi quindi tutti gli altri paesi europei. La media europea si attesta al 45,5 per cento, molto distante dal nostro 63 per cento che significa che sei famiglie su dieci non arriva a fine mese.
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