Dacci oggi la nostra sanità privata quotidiana
“Passata la festa gabbato lu santu”è una nota espressione dialettale per indicare che una volta ottenuto quanto si voleva, ci si dimentica di quanto promesso per ottenerlo, e si ritorna a comportarsi al solito, come se nulla fosse.
Nel nostro caso la festa sono le recenti elezioni regionali e lu santu i cittadini toscani a cui durante le stesse era stato assicurato un forte rafforzamento della sanità pubbluca a seguito dell’emergenza sanitaria covid-19 che aveva appena messo a nudo l’affanno del nostro servizio sanitario regionale.
Il paventato rafforzamento si è visto con la seduta di qualche giorno fa quando in modo bipartisan maggioranza PD e opposizione di destra hanno votato in Consiglio regionale a favore di proposta di risoluzione presentata dal gruppo consiliare di fratelli d’Italia che prevede il coinvolgimento, ovvero soldi pubblici, della sanità privata con la convocazione dei dirigenti delle cliniche private perfino chiedendo di intervenire a garanzia del diritto alla salute nel periodo emergenziale.
Si tratta di un’evidente autocertificazione del fallimento delle scelte scellerate fatte in questi ultimi 10 anni – e non solo a livello nazionale con i circa 40 miliardi di tagli lineari e il blocco del turnover del personale- che hanno visto un progressivo taglio dei posti letto, la riduzione e precarizzazione del personale, il continuo processo di privatizzazione del sistema ma, soprattutto, dopo la prima drammatica ondata, nessuna effettiva implementazione del territorio, della medicina territoriale, della prevenzione, delle cure intermedie, della stessa struttura ospedaliera, tanto da dover far intervenire, ci immaginiamo con lauti “ristori”, il privato.
Da mesi chiediamo che le strutture private mettano a disposizione gratuitamente strutture, strumenti e personale, o che la mano pubblica intervenga con le requisizioni, ma ancora una volta si preferisce battere la solita strada.
Si tratta dell’ulteriore dimostrazione di pochezza e anche cinismo della classe politica che governa da sempre, che la salute non è considerata un diritto costituzionalmente garantito ai propri cittadini ma il terreno di interessi mediati per il profitto, e di soliti pochi, cui sacrificare il proprio servizio sanitario pubblico. Tanto la festa è finita, lu santu è gabbatu.