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Cina: aumenta produzione industriale e vendite al dettaglio

Mentre l’economia europea arranca i dati relativi alla produzione industriale e delle vendite al dettaglio in Cina crescono e dimostrano, a dispetto delle cassandre nostrane che un giorno affermano e l’altro pure che il dragone è in crisi nera e ciò porterà una grave crisi mondiale, una grande vitalità dell’economia cinese.

La produzione industriale cinese è aumentata del 6,6% su base annua nel mese di novembre 2023, dopo che era aumentata del 4,6% nel mese precedente e battendo le previsioni del mercato che stimavano un aumento più basso ovvero del 5,6%, per cui il risultato è particolarmente buono, riporta Scenari Economici.

L’aumento della produzione industriale registrato in novembre è il più alto dal febbraio 2022. I settori che hanno registrato aumenti più consistenti sono quello minerario  con un 3,9% contro il 2,9% di ottobre, manifatturiero (6,7% contro il 5,1% del mese scorso) e dei servizi di pubblica utilità  che sono aumentati del 9,9% contro l’1,5% dell’ottobbre 2023. Per quanto riguarda i settori industriali, la produzione è aumentata per le macchine elettriche del 10,6%  contro il  9,8% in ottobre, i computer e le comunicazioni  hanno registrato incrementi del 10,6% contro il  4,8% e i prodotti tessili  con un 2,1% contro il  2,0% del mese scorso, mentre quella delle attrezzature generali è rimbalzata segnando un aumento del 0,8% contro un -0,1%. 

L’aumento nella produzione di computer e strumenti per telecomunicazioni è molto interessante perché dimostra come il paese asiatico sia riuscito ad aggirare le sanzioni applicate dagli Stati Uniti nel settore dei chip.  

La produzione di metalli non ferrosi è aumentata in misura minore (10,2% contro il  12,5%) e dei prodotti chimici (9,6% contro il  12,1%). Nel complesso nei primi undici mesi del 2023, la produzione industriale è cresciuta del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, quindi direi non male ed in ogni caso molto distante da quella europea che grazie alle sanzioni applicate alla Russia si è tagliata i gioielli di famiglia da sola.

Anche le vendite al dettaglio sono aumentate nel mese di novembre ed hanno segnato un aumento rispetto al mese precedente del  10,1%. Si è trattato dell’11° mese consecutivo di crescita del fatturato al dettaglio che rappresenta l’aumento più rapido da maggio, favorita dall’accelerazione delle vendite di abbigliamento (22,0% contro il 7,5% di ottobre), apparecchiature per le comunicazioni (16,8% contro il 14,6%), auto (14,7% contro l’11,4%), oro, argento e gioielli (10,7% contro il 10,4%), mobili (2,2% contro l’1,7%) e prodotti petroliferi (7,2% contro il 5,4%).  

In calo le vendite di cosmetici, le forniture per ufficio, gli elettrodomestici e i beni di prima necessità. Nel complesso nei  primi undici mesi dell’anno, le vendite al dettaglio sono aumentate del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Ora le stesse cassandre che pronosticano giornalmente la caduta dell’economia cinese si affretteranno a dire che i dati sono forniti direttamente dal governo quindi non sono attendibili. I nostri che invece non si schiodano dallo zero sono più che attendibili. Io, in tutta sincerità, mi ci cambierei subito con gli aumenti cinesi anche se incerti perché forniti da Pechino con i nostri precisi forniti  dagli istituti di statistica nostrani.

 

www.occhisulmondo.info

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