Acque Toscane cala la qualità: su 20 campioni 16 risultano oltre i limiti di legge secondo le analisi di Goletta Verde
Goletta Verde, la campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute delle acque marine e delle coste italiane da 37 anni, stila un bilancio della seconda tappa in Toscana del tour 2023, presentando oggi, a Firenze, in conferenza stampa i dati del monitoraggio delle acque toscane.
La fotografia che Legambiente restituisce delle acque in Toscana è preoccupante: l’80% dei campioni esaminati risulta oltre i limiti di legge. Ma cosa fa Goletta Verde? I prelievi di Goletta Verde vengono eseguiti da tecnici, volontari e volontarie, di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando i laboratori sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione. I campioni sono stati prelevati dai volontari e le volontarie di Goletta Verde lungo le coste toscane tra il 19 e il 21 giugno. Le analisi sono state eseguite da due laboratori individuati sul territorio: Idroconsult Laboratori Riuniti Srl di Calenzano (Firenze) e Bioconsult di Follonica (Grosseto). E il suo obiettivo? L’obiettivo delle analisi di Goletta Verde è quello di andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva o assente depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, principali veicoli con cui questo tipo di inquinamento arriva in mare. Per questo motivo i campionamenti di Goletta Verde non si possono ne vogliono sostituirsi ai dati ufficiali sulla balneabilità ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. Sono i monitoraggi svolti da Arpat gli unici che determinano ufficialmente la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo. I campionamenti di Goletta Verde presentati stamani sono stati effettuati dai volontari e le volontarie di Legambiente tra il 19 e il 21 giugno 2023.
Bisogna segnalare che, in alcune zone, fino ad alcuni giorni prima dei prelievi è piovuto in maniera persistente: secondo i responsabili toscani di Legambiente ciò potrebbe aver provocato, molto probabilmente, lo scarico diretto nei corsi d’acqua degli scolmatori di piena senza passare dagli impianti di depurazione. Si tratta di una concausa che non giustifica comunque le forti criticità riscontrate. Dei 20 campioni raccolti in Toscana ed esaminati, 17 sono stati prelevati in foce di fiumi o canali e 3 a mare. Ben 16 i campioni risultati fuori dai limiti di legge alle analisi microbiologiche effettuate da laboratori specializzati sul territorio: 12 punti sono stati giudicati fortemente inquinati, in quanto i campioni superano di più del doppio i limiti normativi considerati, 4 invece hanno avuto il giudizio di inquinato. Andando nel dettaglio scopriamo che tre punti su quattro, in provincia di Massa Carrara, sono risultati fortemente inquinati: la foce del torrente Carrione alla Marina di Carrara,il torrente Lavello in località Partaccia e il fiume Brugiano verso la località Ronchi, questi ultimi nel comune di Massa. Inquinata la foce del fiume Versilia in località Cinquale, a Montignoso. Fortemente inquinati entrambi i punti in provincia di Lucca, alla foce del fosso Fiumetto a Marina di Pietrasanta e del fosso dell’Abate al Lido di Camaiore e per il punto alla Marina di Pisa, alla foce del fiume Arno. In provincia di Livorno sono risultati fortemente inquinati i punti alla foce del canale scolmatore in località Calambrone, la foce del fiume Cecina nell’omonimo comune e il punto preso a mare, antistante allo scarico di via Salivoli, a Piombino.
Ma la sorpresa è all’Isola d’Elba dove è risultato fortemente inquinato il campione prelevato al fosso della Madonnina, a Portoferraio; mentre sono risultati entro i limiti i campioni presi alla foce unica dei fossi di Mola, a Capoliveri, sulla spiaggia presso il moletto del pesce a Marciana Marina e alla foce del fosso Galea/La Pila, in località La Foce a Campo nell’Elba. Sono 6 infine i punti analizzati in provincia di Grosseto: la foce del Gora a Follonica e la foce del Bruna a Castiglione della Pescaia sono risultati fortemente inquinati, tre punti campionati hanno ricevuto il giudizio di inquinati: due nel comune di Orbetello, la foce del fiume Osa a Fonteblanda la foce del fiume Albegna, e uno ad Ansedonia alla foce del fosso Tagliata Etrusca. Entro i limiti il campione prelevato in spiaggia, di fronte al canale, tra le località Poggio Pertuso e Cala Galera nel comune di Monte Argentario.
I volontari e le volontarie di Legambiente hanno inoltre riscontrato dei problemi relativi all’informazione ai cittadini, confrontando quanto riportato sul Portale delle Acque del Ministero della Salute, strumento ufficiale di comunicazione sulla balneazione, e la presenza dei cartelli di divieto. Su dieci punti non campionati dalle autorità competenti e quindi aree non adibite alla balneazione, in 3 solamente è stato trovato il cartello di divieto. Inoltre, in due punti che secondo il Portale risultano balneabili, sono stati trovati cartelli di divieto di balneazione. “Dei 20 punti campionati 17 erano foci di fiumi o torrenti – dichiara Stefania Di Vito, ufficio scientifico Legambiente – Questo dato conferma che nel Paese esiste un deficit depurativo che si evidenzia nei corsi d’acqua e che si aggrava in situazioni metereologiche di pioggia persistente. Secondo gli ultimi aggiornamenti presenti sul sito del Commissario Unico Depurazione in Toscana sono oltre 30 gli agglomerati su cui insistono circa un milione di abitanti equivalente in cui si stanno svolgendo dei lavori di adeguamento, e questo è un aspetto positivo ma purtroppo insufficiente. Anche il Piano di Gestione delle Acque (III ciclo, 2021-2027) dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, ci ricorda che gli scarichi urbani rappresentano una pressione significativa per il 15% dei corpi idrici fluviali e il corpo idrico costiero individuato come Costa della Versilia. A livello nazionale abbiamo già pagato 142 milioni di euro in sanzioni alla Comunità Europea, soldi che potevano essere investiti per migliorare la rete di depurazione del Paese”. Ma anche i responsabili toscani dell’Associazione Ambientalista sono stati molto chiari: “La situazione fotografata evidenzia un peggioramento rispetto agli scorsi anni – dichiarano Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana e Federico Gasperini, direttore Legambiente Toscana – I risultati delle analisi rilevano l’inadeguatezza dei depuratori nell’entroterra e sulla costa, e, fenomeno ancor più grave, il perdurare di circostanze puntuali di scarico di reflui illegali. Questa situazione è particolarmente evidente sul tratto settentrionale della costa toscana dove sarebbe necessario un potenziamento in termini di qualità e quantità dei nostri impianti. Inoltre, servirebbe un monitoraggio specifico per la verifica degli scarichi illegali”. Giunta alle 37esima edizione, anche quest’anno Goletta Verde pone l’attenzione su diverse tematiche estremamente attuali come la depurazione, la lotta alla crisi climatica, la lotta alle illegalità e la salvaguardia della biodiversità.
Cosa dicono a noi toscani queste analisi? Certificano il fallimento della Giunta Regionale in materia di salvaguardia delle acque, della biodiversità, ma anche la subalternità alle logiche aziendalistiche e di risparmio sulla sicurezza collettiva delle varie strutture che si occupano di gestione del ciclo idrico (Publiacqua, Acque spa, Gaia spa, ecc.). La situazione negli ultimi 5 anni tende costantemente a peggiorare mentre non si vedono investimenti reali e benefici dovuti ai tanti interventi promessi a suo tempo; ci sono zone del litorale toscano dove è pericoloso mettere un piede in acqua (si pensi ai 22 km del litorale apuano e si confrontino i dati sottoriportati) mentre altre zone che campano esclusivamente di turismo (isola d’Elba tra le altre) segnalano un netto peggioramento dovuto al mulfunzionamento degli impianti di depurazione. Vale la pena ricordare i 54 depuratori – tutti regolarmente autorizzati in deroga alla norma – della Valdinievole che scaricano in Padule di Fucecchio acque che poi confluiscono nell’Arno e nel Mar Tirreno a Bocca d’Arno. Questi dati ci dicono che non esiste una politica regionale degna di questo nome sull’acqua. A 11 anni da un referendum che per lor signori non è mai esistito.