Putin sotto assedio, ma poi le truppe di Wagner fermano l’avanzata verso Mosca: “Non vogliamo un bagno di sangue”
Fonte: “La Notizia”
Finora era considerato il cane da guardia di Vladimir Putin. Ora, però, le cose sono cambiate: è infatti il capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin, a guidare la rivolta contro il presidente russo e contro l’esercito di Mosca. Prigozhin ha lanciato un appello per fermare i capi delle forze armate russe dopo aver detto che le truppe hanno bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti. L’avanzata verso Mosca è però stata interrotta quando le truppe erano a 200 chilometri dalla capitale, in seguito a una trattativa tra Prigozhin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
L’ordine del bombardamento che aveva dato il via all’escalation, secondo quanto afferma il capo della Wagner, sarebbe arrivato dal ministro della Difesa, Sergei Shoigu, causando un “numero enorme” di morti. I mercenari hanno marciato su Rostov e poi lo hanno fatto in direzione di Mosca. “Andremo fino in fondo”, avevano assicurato, raggiungendo la regione di Lipetsk, a sud di Mosca, prima di fermarsi.
Uno dei canali legati al Gruppo Wagner su Telegram parlava chiaramente di una guerra civile: “La guerra civile è ufficialmente iniziata”, è il messaggio. Mentre da Kiev era stato comunicato che i mercenari si stavano avvicinando sempre più a Mosca. Giallo su un’eventuale fuga di Putin da Mosca: il suo portavoce, Dmitry Peskov, la smentisce assicurando che il presidente sta lavorando al Cremlino, ma un aereo governativo russo sarebbe volato dalla capitale a San Pietroburgo. Vediamo cosa è successo nelle ultime ore e qual è la situazione adesso.
L’APPELLO DI PRIGOZHIN
Sono le 6.30 del mattino: Prigozhin afferma che “siamo in 25mila” e ha invitato i russi, a partire dai soldati, a unirsi a loro e non opporre resistenza contro quella che definisce “una marcia della giustizia”. Non “un colpo di Stato, “assicura. Secondo quanto riportato dall’intelligence militare britannica, in effetti, sembra plausibile che le truppe russe non stiano opponendo resistenza, considerando il numero molto limitato di scontri.
LA REAZIONE DI MOSCA E DI PUTIN
Il ministro della Difesa di Mosca ha respinto le accuse sugli attacchi ai mercenari, ma poi la reazione più dura arriva da Putin che è stato informato della situazione e sta “prendendo le misure necessarie”. Il comitato antiterrorismo russo ha aperto un procedimento penale contro Prigozhin con l’accusa di invito alla ribellione armata. Al leader della Wagner è stato chiesto di interrompere immediatamente “le azioni illegali”.
Putin ha parlato alla nazione, dicendo che “ci hanno pugnalato alle spalle, ma difenderemo il nostro popolo e il nostro Stato da qualsiasi tradimento”. “I responsabili saranno puniti, non si ripeteranno gli eventi del 1917”, ha affermato attaccando il capo della Wagner e ammettendo che la situazione a Rostov è delicata.
LA SITUAZIONE IN RUSSIA: LA MARCIA DELLA WAGNER SU ROSTOV E MOSCA
Alle 6.30 del mattino i mercenari hanno annunciato di essere al quartiere generale di Rostov e di aver preso il controllo di alcuni siti, tra cui un aeroporto. A Mosca si stanno adottando misure antiterrorismo. Prigozhin ha minacciato di rovesciare la leadership militare e ha annunciato la possibilità di una marcia su Mosca, dopo quella su Rostov, luogo fondamentale per l’offensiva in Ucraina. Il capo della Wagner ha chiesto un incontro al ministro della Difesa e il capo di Stato maggiore.
Prigozhin ha anche risposto a Putin dicendo che “si sbaglia, io non sono un traditore, basta con la corruzione e la menzogna”. Secondo quanto comunicato da Kiev, invece, la marcia verso la capitale russa è proseguita senza impedimenti: “Mosca è praticamente blindata e si prepara all’assedio, con check point di militari e polizia in quasi ogni incrocio”.
Da Kiev viene detto che “le forze del Gruppo Wagner hanno aggirato Voronezh e si sono dirette verso Mosca, spazzando via tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Il tempo stimato di avvicinamento a Mosca della colonna Wagner è di 20-21 ore”. Le milizie avrebbero raggiunto la regione di Lipetsk, a circa 450 chilometri da Mosca. Nelle autostrade sono stati scavati dei fossati per rallentare l’avanzata. Nella capitale, intanto, si stanno allestendo posizioni difensive ed è in corso l’evacuazione di alcuni edifici pubblici, musei e altri palazzi centrali vicini al Cremlino.
Il sindaco della capitale russa ha invitato i cittadini a limitare gli spostamenti in città, parlando di “situazione difficile”. Per cercare di evitare ulteriori complicazioni e spostamenti, inoltre, lunedì è stata dichiarata come una giornata festiva. Intanto il ministero degli Esteri russo ha lanciato un avvertimento ai Paesi occidentali: “Stiamo mettendo in guardia i Paesi occidentali contro qualsiasi accenno di un potenziale utilizzo della situazione interna russa per il raggiungimento dei loro obiettivi russofobici”.
LE TRUPPE DELLA WAGNER FERMANO LA MARCIA SU MOSCA DOPO LA TRATTATIVA PRIGOZHIN-LUKASHENKO
La svolta è arrivata nella prima serata: mentre l’Ucraina ha lanciato una controffensiva approfittando del momento di caos, il presidente bielorusso Lukashenko ha affermato di aver negoziato “lo stop ai movimenti” con Prigozhin. Il capo della milizia Wagner ha quindi accettato, spiegando poi che le sue truppe sono arrivate “a 200 chilometri da Mosca” prima di fare una “marcia indietro”. Uno stop per evitare “spargimento di sangue russo”, afferma Prigozhin.
“Siamo arrivati a 200 chilometri da Mosca senza versare una goccia di sangue. Ora che per continuare dovremmo versarne, per senso di responsabilità facciamo invertire la rotta ai nostri convogli e facciamo ritorno alle nostre basi”, ha affermato il capo della Wagner in un audio. Confermando così la trattativa avvenuta con Lukashenko (che ha agito con il benestare di Putin), ma senza dire cosa abbia ottenuto in cambio.