Rifondazione. Carrara: giusto sciopero. Lo Stato tolga le cave alle imprese senza scrupoli
Ringraziamo Report per aver riacceso i riflettori su questioni che denunciamo da anni. Sosteniamo lo sciopero indetto dalle sigle sindacali per mercoledì mattina 24 Aprile come immediata risposta alle parole di Franchi. Sono benvenute, finalmente, le prese di posizione di alcune forze politiche: sono la testimonianza che le nostre battaglie erano corrette, che la nostra linea finalmente ha sfondato il muro dell’omertà e che gli atteggiamenti denigratori nei nostri confronti per la nostra radicalità di vedute evidentemente si scontrano con la realtà che tutta Italia ha potuto vedere in prima serata.
Chiediamo a governo e parlamento di approvare una legge per togliere le concessioni delle cave a questi imprenditori che continuano a fare affari sulla pelle dei lavoratori e deturpando territorio sulla base di un editto del ‘700.
Le vergognose parole di Alberto Franchi non ci stupiscono. Alberto Franchi è l’Amministratore Delegato della maggiore azienda del settore lapideo apuo-versiliese, azienda quotata in borsa che fattura circa 76 milioni di euro all’anno. La sorella, Bernarda Franchi, oltre ad essere amministratrice della stessa società è presidente di una fondazione “benefica” che distribuisce le briciole dei guadagni del settore allo scopo di ricostruirsi una verginità persa da tempo. Il loro peso economico e culturale nel nostro territorio non passa inosservato.
Le parole di Alberto Franchi non possono essere sottovalutate perchè rappresentano il modello di un sistema di capitale oliato, strutturato, ben radicato. Stigmatizzare i lavoratori come deficienti se incorrono in un infortunio o definirli fannulloni che prendono alti stipendi, oltre ad essere un atteggiamento vergognoso dal punto di vista umano e di totale mancanza di rispetto per le vittime sui luoghi di lavoro, è la cartina al tornasole di come gli industriali del lapideo oggi si approcciano alle loro attività.
Così come da una parte distruggono un ambiente unico che appartiene a tutti noi togliendo di fatto alle generazioni future ogni possibilità di speranza, dall’altra si pongono verso i lavoratori come dei padroni ottocenteschi quando lo sfruttamento delle maestranze era molto simile a pratiche di schiavitù. Non c’è alcuna differenza culturale tra la distruzione dell’ambiente praticato e lo sfruttamento dei lavoratori: la stessa avidità di un capitalismo senza scrupoli.
La trasmissione Report andata in onda domenica sera ha presentato questo spaccato, con numeri incontrovertibili, che danno il senso della distanza tra il territorio, tra i più poveri del centro nord Italia, e i numeri a 6 zeri che riempiono i portafogli degli industriali.
Come Rifondazione Comunista abbiamo sempre denunciato tutto questo, abbiamo tenuto assieme battaglie ambientali e battaglie sociali.
Sfruttamento dell’ambiente e sfruttamento dei lavoratori sono due facce della stessa medaglia.
Noi continueremo le nostre battaglie per l’ambiente e per i diritti di chi lavora.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Nicola Cavazzuti, segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista