Solidarietà alla Signora sfrattata a Scandicci da una casa popolare per aver ottenuto un risarcimento
Riteniamo inaccettabile che una signora di 83 anni, sola e senza familiari, si ritrovi senza casa dallo scorso novembre a Scandicci (FI) per aver riscosso un indennizzo assicurativo per un incidente stradale e sia costretta a vivere in un albergo, come riportato da un articolo di stampa.
Il rispetto dei limiti stabiliti dalla legge regionale toscana n.2 del 2019 in termini di patrimonio mobiliare (conti correnti) che prevedono la decadenza dall’assegnazione dell’alloggio popolare, doveva essere gestito diversamente e comunque non poteva esimere il Comune di Scandicci dal ricercare tutte le possibili soluzioni per garantire il passaggio da casa a casa prima di eseguire lo sfratto, evitando un grave disagio alla signora anche in considerazione della sua età. Riteniamo grave che questo ancora non sia avvenuto ed invitiamo il Sindaco e l’Assessore alla Casa di Scandicci ad attivarsi prontamente.
A proposito di corretto utilizzo di tutto il patrimonio ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), ricordiamo a tutti che nell’area fiorentina sono oltre 800 gli alloggi popolari tuttora vuoti e non assegnabili perché non messi a norma per mancanza di fondi, nonostante la forte domanda di case pubbliche determinata da un mercato speculativo che discrimina i ceti popolari. Facciamo presente che in Italia sono 90.000 gli alloggi popolari vuoti che vanno recuperati e assegnati ma purtroppo governo e regioni non investono risorse.
La casa lasciata dalla signora a Scandicci per quanto tempo rimarrà vuota?
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista, Monica Sgherri, responsabile casa del Partito della Rifondazione Comunista e Sandro Targetti, Rete Antisfratto Fiorentina