Giani si dimetta. Umilia la Toscana. Dopo essersi genuflesso all’assise dei monarchici è incompatibile. Chi sta con noi su questa richiesta?
29 novembre. Eugenio Giani si dimetta. Avendo prima ricevuto ufficialmente Emanuele Filiberto Savoia e poi addirittura partecipato alla cena della “consulta dei senatori del regno” appellandolo con il titolo di principe ha con tutta evidenza contravvenuto alla XIV disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana, secondo cui i titoli nobiliari non sono più riconosciuti; essi “non costituiscono contenuto di un diritto e, più ampiamente, non conservano alcuna rilevanza” giuridica. Nonché all’articolo 1 dello Statuto regionale secondo cui “La Regione Toscana rappresenta la comunità regionale (quindi a cominciare dal suo presidente ndr) esercita e valorizza la propria autonomia costituzionale nell’unità e indivisibilità della Repubblica italiana, sorta dalla Resistenza”. Stiamo parlando di fatti oggettivi e a nostro avviso giuridicamente rilevanti e ci aspettiamo che tutti, a cominciare da coloro che – anche ricoprendo ruoli politici – hanno stigmatizzato l accaduto, si affianchino in questa richiesta, dimostrando quindi la dovuta coerenza. Giani, per quanto fatto (con tanto di bandiera monarchica alle spalle) e detto, ha umiliato la Toscana, la Repubblica, la memoria della resistenza, sdoganato un luogo parallelo e alternativo alle istituzioni repubblicane come tale “consulta” e in ultimo glorificato una continuità fra la monarchia e la Repubblica, simboleggiata dalla tenuta di San rossore, la stessa dove il re aveva firmato le leggi razziali. Qui non siamo di fronte a legittime opinioni, si tratta di incompatibilità morale, politica, civile e istituzionale a ricoprire quel ruolo. La Toscana è migliore del suo presidente. è l ora di andare fino in fondo per dimostrarlo. Chi sta con noi ?
Segreteria regionale Partito della Rifondazione Comunista – Toscana