Sanità pubblica: Meloni e la destra accelerano la distruzione, il pd sceglie l’ipocrisia
Il grido di allarme lanciato dall’assessore e dal responsabile regionale alla sanità del Pd, a seguito delle modifiche apportate alla Missione 6 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, non possiamo che condividerlo, ma al contempo non possiamo tacere che quanto sta avvenendo è in linea con quanto fatto dal Pd in tutti questi anni.
Siamo una situazione di coperta troppo corta da lungo tempo, di tagli lineari operati da tutti i governi che si sono succeduti, compresi quelli in cui ha governato il Pd, che hanno utilizzato la sanità pubblica come un bancomat per quadrare il bilancio dello Stato e strizzare l’occhio alla privatizzazione del S.S.N, sino a portarlo all’attuale situazione di quasi collasso. Oggi il Governo Meloni infierisce una ulteriore mazzata in a danno dei territori, soprattutto quelli periferici, che avevano intravisto, nell’investimento nelle Case di Comunità – pur con le criticità che abbiamo ampiamente denunciato, prima fra tutti la mancanza di personale – una boccata di ossigeno in una situazione di permanente grande debolezza e di smantellamento dei presidi sanitari nei territori periferici.
Le modifiche, ossia i tagli, riguardano, infatti, soprattutto le Case di Comunità, riducendone il numero dalle previste 1.350 a 936, 414 in meno. Per la Toscana si traduce con il rischio di cancellazione di 132 tra case e ospedali di comunità (il 40% del finanziamento utile), ma riguarda anche telemedicina, sostituzione delle grandi apparecchiature ospedaliere obsolete, digitalizzazione dei DEA di primo e secondo livello (là dove c’è la necessità di intervenire con lavori edili sui locali), Centrali Operative Territoriali (COT) che da 600 passano a 524.
Le rimodulazioni, tagli, sono previste anche per gli interventi antisismici già programmati.
Le rassicurazioni del Governo Meloni non mitigano assolutamente il danno inferto con questi tagli annunciati visto che i fondi sottratti, potranno, il verbo è sommamente indicativo, arrivare da altre fonti di finanziamento, già per altro in sofferenza perchè anch’essi falcidiate da anni, quali quelle sull’edilizia ospedaliera, il piano nazionale complementare al PNRR e i fondi europei per le politiche di coesione, ovvero tagliando su risorse ordinarie per la sanità, il sociale o riguardanti settori come l’ambiente e la crescita occupazionale, tra l’atro già falcidiati da interventi per la militarizzazione del territorio.
Il responsabile regionale del Partito Democratico annuncia per la prossima settimana una grande mobilitazione aperta a tutta la società toscana. La cosa, se non fosse per la drammaticità degli effetti di questa nuova sottrazione di risorse per la sanità pubblica, rasenterebbe il sommo del ridicolo per un Regione, governata dal suo partito, che in tutti questi anni non ha avuto remore a tagliare su servizi, prestazioni, personale. Con il risultato, evidentemente voluto, di privatizzare pezzi significativi della sua sanità. E, non ultimo, per le responsabilità del suo partito che non ha avuto remore a impedire che si potesse democraticamente decidere su una riforma sanitaria di lacrime e sangue, rubando alcuni anni orsono la possibilità di esprimersi con un referendum, richiesto da oltre 50mila cittadini, gli stessi cittadini a cui oggi si appellano per la mobilitazione. Eventus docet: stultorum iste magister est.
Gruppo di lavoro regionale Sanità di Rifondazione Comunista Toscana