Cuba fuori dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo
In una lettera pubblicata sul quotidiano statunitense The Boston Globe Brian Garvey, vice direttore del Massachusetts Peace Action (MAPA), chiede al governo degli Stati Uniti di rimuovere Cuba dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo.
Nella sua lettera Brian Garvey afferma che togliere Cuba dalla lista unilaterale di Washington dei paesi patrocinatori del terrorismo “ci riporterebbe alla realtà ed eliminerebbe le sanzioni che danneggiano i cubani comuni molto più del governo”.
L’allentamento delle restrizioni di viaggio permetterebbe sia ai cubano-americani di visitare le loro famiglie che ai cittadini americani di viaggiare “più facilmente verso una destinazione situata a circa 90 miglia dalla Florida”, ha sottolineato, suggerendo poi al governo degli Stati Uniti di tornare alle politiche di distensione iniziate da Barack Obama durante la sua presidenza.
Normalizzare le relazioni tra gli Stati Uniti e Cuba darebbe la possibilità di rinnovare le collaborazioni in campo medico e riaprire le molte opportunità economiche a beneficio di entrambi i paesi.
Dividere il mondo in schieramenti è un modo di pensare del XX secolo e non risolverà problemi globali come le pandemie e il cambiamento climatico, ha suggerito l’attivista per la pace.
“Cuba non è una casella da vincere in una partita di scacchi della guerra fredda. È il nostro vicino”, conclude la sua lettera Brian Garvey, riferisce Al Mayadeen.
Le voci negli Stati Uniti che esortano il presidente Joe Biden a revocare il blocco economico, commerciale e finanziario imposto più di sei decenni fa alla più grande delle Antille si moltiplicano ogni giorno che passa ma pare evidente che il presidente statunitense da questo orecchio non voglia sentirci. Molti settori della società statunitense chiedono a gran voce di tornare alle misure di distensione con l’isola caraibica iniziate da Barack Obama durante la sua presidenza, dove Joe Biden ricopriva la carica di vice presidente.
Alla fine del 2014, un annuncio degli allora presidenti di Cuba, Raúl Castro, e degli Stati Uniti, Barack Obama, annunciava il ripristino dei legami diplomatici tra le parti. Questo si è concretizzato il 20 luglio dell’anno successivo con la riapertura delle ambasciate in entrambe le capitali.
Obama aveva rimosso Cuba dalla lista degli stati sponsor del terrorismo nel 2015, ma Donald Trump pochi giorni prima di lasciare l’incarico, nel gennaio 2021, ha inserito nuovamente Cuba nella lista, questa decisione fa parte della politica di massima pressione che ha caratterizzato tutto il suo mandato. Ricordo che durante la sua presidenza Trump ha applicato ben 243 misure sanzionatorie aggiuntive all’isola, sanzioni che però il nuovo inquilino della Casa Bianca ha deciso di non modificare o togliere.
L’attuale amministrazione democratica di Joe Biden non da alcun segnale di voler mantenere le promesse elettorali. Durante la sua campagna elettorale Joe Biden aveva dichiarato di voler allentare le sanzioni verso Cuba ma alla resa dei conti la posizione politica del suo governo resta ancorata alla linea ereditata dal suo predecessore repubblicano.
Questa linea dimostra la miopia politica dell’attuale amministrazione statunitense. Infatti il uno dei cavalli di battaglia su cui si basa la retorica anti cubana è la incapacità dell’esecutivo cubano di risolvere i problemi della popolazione. Ovviamente il blocco condiziona le politiche economiche di Cuba ma secondo Washington ed i suoi seguaci il blocco non esiste nella pratica.
Dunque, allora, se non esiste e non produce effetti sulla popolazione e tutti i problemi che giornalmente il popolo cubano soffre dipendono dalla mala gestione e dall’incapacità del governo di Miguel Diaz Canel perché non rimuovere le sanzioni e quindi togliere un alibi all’attuale esecutivo cubano?
Insomma rimuovere il blocco permetterebbe a Washington ed ai suoi tirapiedi di dimostrare tutta l’incapacità e l’inadeguatezza del governo cubano una volta per tutte, convincerebbero quindi l’opinione pubblica cubana e mondiale che il comunismo ha fallito. Ma se non lo fanno è perché sanno benissimo di essere in mala fede e che tutte le menzogne inventate su Cuba verrebbero a galla.
www.occhisulmondo.info