Calano gli indici manifatturieri italiani
Mentre Giorgia Meloni si gonfiava come un palloncino esaltando le performance dell’economia italiana ieri durante il suo intervento a Milano nella sede di Assolombarda arrivavano i dati che annunciavano un calo drastico della produzione della manifattura italiana.
Gli indicatori mostrano che c’è stato un calo del settore manifatturiero delle quattro maggiori economie dell’eurozona, Italia compresa.
Secondo questi dati il settore manifatturiero in Italia registra il suo maggiore calo dai momenti peggiori registrati durante il periodo della pandemia di covid-19. Così, per il secondo semestre consecutivo c’è stato un calo della produzione del paese, secondo un comunicato stampa pubblicato lunedì da S&P Global.
L’indice previsionale del settore Manifatturiero (PMI) è sceso da 45,9 a 43,8 a giugno, sotto i 50, il che significa che l’economia italiana si sta contraendo e potrebbe portare a una possibile recessione. La previsione di mercato era di 45,3 quindi il dato attuale è inferiore alle previsioni.
I cali seguono la tendenza europea, infatti questa situazione non colpisce solo l’Italia, ma anche l’intera zona euro, poiché le indagini pubblicate lunedì hanno mostrato che a giugno l’industria si è contratta nelle quattro maggiori economie della regione, a causa dell’inasprimento della politica economica della Banca centrale europea.
“Ci sono sempre più indicazioni che il settore industriale ad alta intensità di capitale sta reagendo negativamente agli aumenti dei tassi di interesse della BCE”, ha dichiarato Cyrus de la Rubia, capo economista e direttore della ricerca della Hamburg Commercial Bank, riporta RT.
Il dato italiano ha segnato il più forte deterioramento delle condizioni operative dall’aprile 2020, minato dal forte calo dei nuovi ordini e della produzione, con una contrazione della produzione che è stata la più alta degli ultimi tre anni, mentre le vendite sono scese ai minimi di otto mesi. Di conseguenza, l’attività di acquisto si è ridotta al livello più basso dal 2020, riferisce Scenari Economici.
Anche gli Stati Uniti mostrano una situazione non positiva, per quanto riguarda gli indicatori previsionali manifatturieri. Il PMI manifatturiero dell’ISM negli Stati Uniti è sceso a 46 nel mese di giugno 2023, rispetto ai 46,9 di maggio e al di sotto delle previsioni di 47.
Ci sono segnali di ulteriori azioni di riduzione dell’occupazione nel breve termine”, ha dichiarato Timothy Fiore, presidente dell’ISM. A giugno si sono registrati cali nei nuovi ordini (45,6 contro 42,6), nella produzione (46,7 contro 51,1), nell’occupazione (48,1 contro 51,4), nelle scorte (44 contro 45,8) e nel portafoglio ordini (38,7 contro 37,5). Inoltre, la pressione sui prezzi si è attenuata (41,8 vs 44,2) e l’indice delle consegne dei fornitori è salito a 45,7 da 43,5, segno che i tempi di consegna della produzione sono nuovamente migliorati. D’altro canto, l’indice delle scorte dei clienti è sceso in territorio “troppo basso” (46,2 contro 51,4.
www.occhisulmondo.info