12 dicembre 2023 – 54° Anniversario della Strage di Piazza Fontana
Il 12 dicembre 1969 a Milano esplode una bomba all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Muoiono 17 persone e altre 88 rimangono ferite. È la strage di Piazza Fontana, il più grave atto terroristico che l’Italia repubblicana abbia conosciuto fino a quel momento.
Il 12 dicembre 1969 a Milano esplode una bomba all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Muoiono 17 persone e altre 88 rimangono ferite. È la strage di Piazza Fontana, il più grave atto terroristico che l’Italia repubblicana abbia conosciuto fino a quel momento.
Fu l’inizio della cosiddetta “strategia della tensione” e il preludio alla stagione del terrorismo e dell’eversione in Italia. Nonostante numerosi processi e diverse sentenze, nonostante i colpevoli siano stati chiaramente individuati, per questa strage nessuno ha ancora espiato la sua colpa.
Attorno alle 16.30 di venerdì 12 dicembre 1969, un ordigno di elevata potenza esplose nel salone centrale della Banca nazionale dell’Agricoltura di Milano, in piazza Fontana, dove coltivatori diretti e imprenditori agricoli erano convenuti dalla provincia per il mercato settimanale. Il pavimento del salone fu squarciato e gli effetti furono devastanti. La bomba uccise diciassette persone e altre novanta circa furono ferite.
Qualche minuto prima della esplosione, un altro ordigno venne rinvenuto, inesploso, nella sede della Banca commerciale di piazza della Scala, sempre a Milano.
Tra le 16.55 e le 17.30, a Roma, si verificarono altre tre esplosioni: una, all’interno della Banca nazionale del Lavoro di via San Basilio; altre due, sull’Altare della Patria di piazza Venezia. Questi attentati provocarono feriti e danni.
I cinque attentati del pomeriggio del 12 dicembre 1969 segnarono l’inizio di quel periodo della vita del Paese che va sotto il nome di strategia della tensione.
Per la sua gravità e la sua rilevanza politica, la Strage di piazza Fontana divenne il momento più alto di un progetto eversivo preparato attraverso gli altri attentati di quello stesso anno e diretto – come emerge dalle sentenze – a utilizzare il disordine e la paura per sbocchi di tipo autoritario oppure per una stabilizzazione neocentrista.
Sono stati accertati «accordi collusivi con apparati istituzionali», come è scritto nella relazione della Commissione Stragi.
Dopo aver inizialmente imboccato la “pista anarchica”, le indagini si concentrarono su alcuni esponenti del gruppo padovano facente capo al terrorista nero Franco Freda e all’organizzazione di estrema destra Ordine nuovo, e coinvolsero esponenti di spicco dei Servizi segreti.
Il lungo e tormentato iter processuale, che consta di tre processi, si è concluso nel 2005 con assoluzioni complessive, ma certificando che la strage è attribuibile all’organizzazione eversiva di estrema destra Ordine nuovo. Restano confermate in via definitiva le condanne per condotte finalizzate al depistaggio di due ufficiali del SID e il coinvolgimento dell’esperto di armi di Ordine nuovo Carlo Digilio (reo confesso e collaboratore di giustizia). L’ultimo processo, inoltre, ritiene dimostrato, sotto il profilo storico, il coinvolgimento nella strage dei terroristi neri Franco Freda e Giovanni Ventura (non più processabili perché già assolti in via definitiva nel primo processo).
W l’Italia ANTIFASCISTA
testo aggiornato al 3 settembre 2021